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Dopo aver letto l’articolo pubblicato sulle vostre pagine dall’ex sindaco Alessandro Cefaro riteniamo doveroso fare ulteriore chiarezza circa i motivi che ci hanno portato, come Genazzano in Comune, a contribuire alla caduta dell’ex amministrazione.

Riteniamo tale chiarimento necessario e rispettoso verso Genazzano e la sua comunità, la cui storia politica e culturale antifascista e democratica, non è degna di essere descritta e ridotta a luogo “del pensiero unico e familistico”.

Genazzano in Comune ha cercato di rappresentare al meglio, anche con un solo consigliere, il proprio ruolo istituzionale, rispettando tempi, forme e modi che garantiscono la serietà e il principio democratico su cui si basano le Istituzioni. L’ex sindaco Alessandro Cefaro, che per anni ha esercitato esclusivamente e in maniera impeccabile la sua attività professionale, ha volutamente iniziato la sua storia politica locale al suono del requiem; per assicurarsi la vittoria alle ultime elezioni ha creato infatti un carrozzone politico che ha messo insieme rappresentanti locali di un anacronistico P.C.I., qualche fuoriuscito trasformista del P.S.I. e del Movimento Cinque Stelle sino alle correnti più centriste del PD, tutto per un unico scopo: VINCERE.

Una fusione a freddo fatta, come sempre, in prossimità della scadenza elettorale e di cui Cefaro, dopo anni di completo disinteresse verso la realtà locale, sembrava non poter fare a meno.

Genazzano in Comune è nato proprio come risposta politica alternativa alla solita prassi elettorale e nonostante forti pressioni, anche da parte dell’ex sindaco, a salire su questo carrozzone abbiamo declinato l’invito con convinzione, in linea con le lotte ambientali, culturali e sociali che da anni portiamo avanti sul territorio.

Sin dal primo consiglio comunale ci siamo trovati di fronte una maggioranza sconclusionata, spesso muta e pronta soltanto ad alzare il dito sulla ratificazione di atti che in buona parte erano di semplice routine amministrativa. Per garantire la trasparenza e la partecipazione dei cittadini al consiglio comunale abbiamo protocollato da subito un’interrogazione, che chiedeva all’amministrazione di trasmettere i consigli comunali in diretta streaming, come indicato nello stesso programma elettorale dell’ex sindaco Cefaro. Ritenevamo doveroso che i genazzanesi vedessero e ascoltassero quanto vedevamo noi: verbali non letti ma di cui era richiesta l’approvazione, osservazioni su importanti progetti come il Ninfeo inascoltate, richieste di delucidazioni su lavori dal costo ingente, come i lavori di riqualificazione del Torrente Rio, ignorate, interrogazione sul reinserimento di servizi sanitari essenziali, come il cardiologo e il diabetologo, inascoltata. Insomma sotto i nostri occhi ogni volta abbiamo trovato un sindaco balbettante, pronto a leggere in maniera quasi incomprensibile un testo preparato dagli uffici comunali e di cui a stento comprendeva il contenuto, consiglieri di maggioranza in buona parte conniventi e silenti che in qualche raro caso sono stati anche bacchettati perché parlavano oltre i cinque minuti a loro concessi.

Ovviamente l’ex amministrazione Cefaro ha sempre respinto tale richiesta, del resto la partecipazione diretta dei cittadini ne alimenta il senso critico è più facile “raccontare e alimentare la chiacchiera al bar” del popolo trattato come “bue” a cui si fa credere quel che si vuole, del resto é così che il carrozzone va avanti da sé …”

Come neonata forza d’opposizione di fronte a tale scempio istituzionale abbiamo con determinazione cercato di svolgere il nostro compito in maniera rispettosa, autentica e costruttiva nel rispetto degli elettori che ci hanno affidato il loro voto e anche di quelli che non lo hanno fatto, ponendo all’attenzione pubblica tutte le varie questioni affrontate anche durante il più duro periodo del lockdown. In particolare da subito abbiamo chiesto l’istituzione delle commissioni consiliari per svolgere un lavoro di vigilanza e garanzia su questioni fondamentali come il restauro del Ninfeo, siamo dovuti arrivare a protocollare la richiesta di convocazione delle commissioni per ricevere solo più di un anno dopo la convocazione delle medesime.

L’ex amministrazione Cefaro non ha mai mostrato seriamente la volontà di dialogare, ascoltare, ma ha diretto un’istituzione democratica come quella comunale con la prassi e le modalità proprie di un’azienda, dove a decidere sono i soci maggioritari: VERGOGNA!

Accanto alla richiesta continua ed ostinata delle commissioni, abbiamo continuato a produrre interrogazioni e mozioni, su questioni che abbiamo ritenuto prioritarie per la comunità: in primis l’attuazione del Regolamento riguardante gli impianti radiofonici e di telefonia. C’è un comma del Regolamento in cui l’amministrazione si impegna a rilevare mensilmente le emissioni elettromagnetiche a cui è esposta la popolazione e di esporle in apposito albo comunale. L’ex amministrazione non solo non si è curata della nostra richiesta, ma in uno degli ultimi consigli comunali, convocato e poi revocato dallo stesso ex sindaco, aveva persino inserito all’ordine del giorno un nuovo Regolamento in cui tale onere comunale non era più chiaramente esplicitato.

E il carrozzone va avanti da sé…sino a marzo del 2021 quando spunta sull’albo pretorio la richiesta di realizzazione di un Megaimpianto agro-fotovoltaico di 35 ettari alla Maccareccia. Un ecomostro che sancirebbe la fine di qualsiasi effettivo sviluppo agroturistico per il nostro territorio, che stravolgerebbe completamente il futuro di Genazzano e nessuno dell’Amministrazione ne sapeva niente o meglio dapprima comincia un pietoso “non sapevo, non c’eroe poi si scopre che l’ex sindaco Cefaro aveva incontrato la ditta sin da Settembre del 2020, a Ottobre la medesima ditta gli mostrava il progetto e invece di dire un netto e deciso “NO, non si può fare” -frase che nei confronti delle nostre interrogazioni e mozioni ha quasi sempre usato- l’ex sindaco è stato in silenzio, un silenzio che si è tradotto in fatti molto eloquenti: disertando tutti gli appuntamenti previsti dal V.I.A. sino a che la questione non è esplosa pubblicamente in primis grazie alla nostra azione.

Di fronte a tale ennesima e gravissima questione, come Genazzano in Comune abbiamo da subito deciso di chiedere le dimissioni del Sindaco, perché con la sua raffazzonata opera amministrativa, l’ex amministrazione Cefaro ha reso il nostro territorio preda di interesse privati e affaristici: bella promessa di futuro per le nuove generazioni!

Il senso di sfiducia nella politica, si nutre proprio di questi atteggiamenti, di chi sa di aver commesso un’azione che avrà serie conseguenze negative sulla comunità, ma in maniera autoreferenziale e arrogante se ne infischia e va avanti. Questo è l’humus di cui si nutre la vera antipolitica, a cui l’ex sindaco Cefaro si sta già appellando per costruire un nuovo carrozzone elettorale.

Come Genazzano in Comune abbiamo un obiettivo molto chiaro: svelare l’inganno. Durante la nostra prima esperienza istituzionale ci siamo scontrati da subito con un modo di fare politica che non ci appartiene. Una politica che non si confronta, che non coinvolge la cittadinanza, le imprese, le associazioni, nelle proprie decisioni, insomma la vecchia politica, fatta di deleghe e concentrazione di potere.  I cittadini a Genazzano non vengono presi in considerazione dal potere politico, non esistono strumenti che permettano la partecipazione attiva e che in molte città e piccoli paesi italiani da nord a sud, consentono di partecipare alle decisioni pubbliche, ad esempio: che aspetto avrà un parco giochi, come utilizzare i fondi destinati alle politiche giovanili.

Noi come gruppo politico, ci siamo contraddistinti già prima dell’inizio dell’Amministrazione Cefaro, perché il nostro programma elettorale è nato da varie assemblee pubbliche, e su questa strada intendiamo proseguire perché per noi la Politica è Generativa, un processo continuo di attivazione di tutte le risorse sociali. Occorre il potere di ciascuno di noi per riscrivere una visione di futuro collettiva e condivisa.

Per riassumere chiaramente l’ex amministrazione troviamo particolarmente calzante l’opera dello scultore ed ex assessore Massimiliano Lucci, che da circa venti anni indebitamente è posta sul loggiato del Castello Colonna ad alterarne la prospettiva della facciata seicentesca in barba alla tutela prevista dal codice dei beni culturali. Un’opera messa lì più di venti anni fa dall’amministrazione Coluccini, mantenuta da quella Pitocco e Ascenzi, ma che ha trovato il suo apice espressivo con l’amministrazione Cefaro: pezzi di terra che volano verso il cielo, saranno quelli della Macareccia o quelli dell’ex Amministrazione che ha contribuito a renderlo possibile?! Certo è che l’epilogo di questa storia sbagliata era già stato scritto da tutti i suoi interpreti principali già prima di iniziare.

Noi con associazioni, cittadini ed altre forze politiche antifasciste ci stiamo mobilitando affinché la terra della Maccareccia rimanga al suo posto e diventi volano di sviluppo collettivo piuttosto che il solito “affare speculativo”. Questa è la politica in cui ci è stato insegnato a credere, i carrozzoni li lasciamo ad altri.