“Subiaco, l’aguzza catasta di case e casupole grigie che si appunta nella Rocca del Cardinale, si era velata di ombra…” Questa poetica esposizione che il Fogazzaro descrive nel II capitolo de Il Santo (1905) evoca il monumento più identitario della Città.
L’imponente castello, munito di fortificazioni militari, di carceri, di un palazzo residenziale, con torri di avvistamento e circondato da tre ordini di mura è memore delle vicende storiche che hanno visto trasferire l’originario nucleo sublacense, sorto attorno alla primitiva chiesa di san Lorenzo, verso il castellum.
Nel settembre del 1461 la Rocca ospita Pio II ed il suo seguito in visita ai Monasteri. Sisto IV affida la Commenda al card. Rodrigo Borgia che aggiunge, nella parte est della Rocca, una torre quadrangolare ove nacquero i suoi due figli Cesare e Lucrezia Borgia. Il castello passato ai Colonna, ai Borghese ed ai Barberini vede mutare gradualmente il suo aspetto.
Sul finire del ‘700 Pio VI , con imponenti lavori di trasformazione e l’apertura della strada di accesso per l’accesso alle scuderie, trasforma l’originario aspetto militare in un decorato palazzo residenziale. Depredata dalla truppe napoleoniche seguirono restauri da parte di Pio IX e dal card. Aloisio Macchi. Variamente utilizzata divenne in seguito sede della Congregazione Benedettina Sublacense, al tempo dell’Abate Generale Emanuele Caronti, di Subiaco. Seguirono anni di abbandono sino ai restauri della Provincia di Roma per il recupero dei Beni Architettonici eseguiti nel lontano 1978.
La mancanza di ulteriori interventi ha causato il crollo di varie parti delle coperture e la distruzione dei dipinti del cosiddetto “studiolo” che erano stati sapientemente restaurati dalla Provincia di Roma. La lodevole donazione effettuata dai Benedettini potrà consentire l’accesso a contributi per restituire al complesso l’importanza che merita.
Il Sindaco Domenico Petrini, a distanza di 8 mesi dal suo insediamento, ha diffuso dai canali istituzionali del Comune il seguente testo: “Un atto di profonda generosità da parte della realtà benedettina e di Sua Eccellenza Dom Mauro Meacci, Abate Ordinario di Subiaco, che sottolinea e va a rinsaldare quel prezioso legame tra la comunità sublacense e la millenaria presenza benedettina su cui si fonda l’essenza della Città.Un ringraziamento anche alla Diocesi di Tivoli e alla Santa Sede per i nulla osta rilasciati”.