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Cave. Venerdì 30 giugno presso il Cantinone Osteria Diffusa, si è tenuto “Incontro Lilla” sesta e penultima tappa del Festival del Libro Itinerante, iniziativa promossa dal Circolo Culturale Simeoni di Palestrina. L’evento, fortemente voluto dagli organizzatori, tutti ragazzi tra i 20 e i 30 anni del Consiglio dei Giovani di Cave – ha suscitato interesse e partecipazione al di là delle aspettative, ed ha colpito nel segno. Al centro dell’incontro il libro “Social fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari” di Laura dalla Ragione e Raffaela Vanzetta, dove viene affrontato attraverso il tema dei disturbi del comportamento alimentare, di cui attualmente soffrono più di 55 milioni di persone al mondo, di cui oltre 3 milioni in Italia, pari al 5% circa della popolazione.

La parola Incontro etimologicamente significa “trovarsi di fronte a”, ed è con l’intento di riportare al centro le persone che è stato scelto come titolo dell’evento Incontro Lilla appunto. Ad introdurre l’evento, alla presenza di numerose autorità locali ed esperti del settore, è stata Alessia Mosetti, Presidente del Consiglio dei Giovani di Cave : “quello che stiamo vivendo oggi, è un un incontro per parlare di una tematica fondamentale per la nostra generazione, intrinseca, viscerale per oltre 3 milioni di persone soltanto in Italia, e per questo abbiamo voluto guardare in faccia il problema dei disturbi del comportamento alimentare. La premessa è quella di comprendere che quando parliamo di DCA, di fronte e dietro di noi ci sono persone, dietro tutto quello che si sente in TV, si legge sui social, ci sono persone, e questo non bisogna dimenticarlo mai. Anche se siamo tutti molto giovani, durante l’organizzazione di questo momento, ci siamo resi conto che questo argomento non viene trattato come si dovrebbe, gli fanno da contorno ancora troppa ignoranza e superficialità. Bisogna lasciare che a parlare siano le persone, senza permettersi di giudicare o intervenire, se prima non si è ascoltato compreso e aiutato coloro che soffrono di DCA”.

Il testimone è stato poi passato da Alessia Mosetti a Matteo Pellegrini, coordinatore del Festival del Libro itinerante alla sua prima edizione: “Si dice che siamo in un tempo in cui non si leggono libri, ma il Festival è stato una scommessa, e possiamo dire una scommessa vinta. Gli argomenti trattati nelle varie tappe che hanno coinvolto numerosi paesi del comprensorio prenestino (lavoro, media, diritti umani, cibo e salute, scuola), hanno suscitato un notevole interesse ma soprattutto dimostrato che il pubblico è interessato a conoscere per poter meglio essere presente nella società, civile e politica. Non a caso, nella scelta degli argomenti da trattare, abbiamo tenuto conto degli obiettivi dell’Agenda 2030, creando e rinforzando la rete fra i consigli giovanili di tutti i nostri paesi. Dimostrazione di questo, oggi che siamo qui, è il fatto che anche io con Alessia e il resto del Consiglio dei Giovani, a seguito dell’organizzazione di questo evento ho imbastito relazioni umane e di amicizia che sono state per noi un importante arricchimento”.

Dopo i ringraziamenti da parte di una delegazione dell’amministrazione comunale di Cave, gli assessori Renzi, Vecchi e Maggi, l’evento è poi proseguito in una carrellata di interventi preziosi in termini di preparazione e rispettosi in termini umani, per parlare ed ascoltare coralmente le voci di chi conosce bene i disturbi del comportamento alimentare, prima fra tutti Sara Verrecchia, coautrice del libro “Social fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari” che, presentata da Lorena Sapochetti dell’associazione Culturale Caffè Corretto di Cave, ha approfondito il binomio tra cibo e social, più nello specifico l’influenza che i social media esercitano attraverso messaggi amplificati e distorti. Prevenire è possibile responsabilizzando, informando e, per riprendere le parole di Grazia Boccacci, del direttore di Fondazione Cotarella Ruggero Parrotto, e della dottoressa dietista Giulia Micozzi, non conoscere va bene ma quando la non conoscenza si trasforma in chiusura allora c’è un problema.

I DCA non sono solo disturbi alimentari, sono disturbi psicologici, affettivi, quando si parla con una persona che ha un disturbo così profondo, che tocca anche l’aspetto fisico, si capisce chiaramente che occorre andare oltre i preconcetti, perchè ognuno di noi ha bisogno di sentirsi accolto e quindi il primo passo da fare con le persone che soffrono di DCA è soprattutto dare speranza. La disinformazione può diventare informazione grazie soprattutto alle realtà come Animenta, altra ospite di questo pomeriggio illuminante, che per sensibilizzare porta le storie, quelle delle persone, perchè ogni storia è a sé, ogni percorso è diverso e tutti gli stereotipi che tendono a narrare in modo errato i DCA, non sono altro che il risultato della disinformazione. Fondazione Cotarella ci ha raccontato dei loro progetti di sensibilizzazione come ad esempio i laboratori di cucina e della prossima apertura a settembre della dimora Verdeluce per accompagnare e supportare le persone nel percorso di guarigione dopo un ricovero.

Grazia, Ginevra e David hanno portato la loro concreta testimonianza diretta all’interno di Fondazione Cotarella descrivendola un pò come una famiglia, base salda su cui appoggiarsi.
E’ stato importante ascoltare le testimonianze dirette per sottolineare e ribadire il fatto che dietro un disturbo alimentare ci sono le persone ed ogni storia è diversa.

Poi è stato il momento di Chiara che ha raccontato, sviscerando, commuovendo e toccando il cuore di tutti i presenti, di come il suo disturbo alimentare sia un’ombra che cammina di fianco a lei ed è presente in ogni sfera della sua vita e con “Cara Chiara…” ha voluto scrivere una lettera promemoria per ricordare a se stessa che il disturbo alimentare non può avere la meglio su di lei ancora per molto, perchè come ricorda l’opera realizzata da Silvia Macaluso – che ha accompagnato la lettura della lettera – “quest’ombra non t’ama, anche se ti tende sempre la sua mano”. Alessio si è rivolto al pubblico, a chi vive direttamente un DCA ma anche a chi lo vive indirettamente e ne parla come se fosse un dar voce a tutte quelle emozioni che il corpo trattiene ed ha paura di esprimere, dando importanza al termine comportamento nell’acronimo DCA e soprattutto ha dato speranza nel trovare una soluzione a questo comportamento.

La disinformazione torna anche nella parte legata al cibo stesso, il dottor Yari Rossi ha spiegato come molte pazienti abbiano una considerazione sbagliata degli alimenti, ad esempio che i carboidrati abbiano un elevato numero di calorie e questo, purtroppo, è il risultato della narrazione del cibo da parte di contenuti che circolano sui social media ma anche nei canali d’informazione primari. In merito a questo, l’evento si è concluso con la Merenda Lilla, nata con lo scopo di capire la funzionalità del cibo nella quotidianità, non considerarlo come amico o nemico ma osservarlo dal punto di vista delle specifiche funzionalità di protezione, struttura ma soprattutto energia.

I protagonisti sono stati pane e olio, accompagnati dall’ottimo vino Tellus fiocchetto Lilla di Fondazine Cotarella, perchè tendenzialmente nella maggior parte dei disturbi del comportamento alimentare sono gli alimenti che vengono meno, in quanto erroneamente ad essi viene associata una connotazione negativa, primo fra tutti l’apporto calorico.

Capirne la funzionalità è una delle chiavi per tornare ad istaurare un rapporto sano con il cibo e capire che dietro al cibo possono nascondersi tante altre cose non solo il numero delle calorie.

I ricordi d’infanzia, la pizza del sabato sera, momenti di condivisione e molto altro perchè così come i disturbi del comportamento alimentare non sono solo problemi con il cibo o problemi con il proprio corpo, la cucina non è solo cibo, ma è condivisione, ricordo, struttura emotiva e sentimentale, il cibo, come fonte primaria di sostentamento per l’essere umano è anche ciò che più volte al giorno ci lega agli altri in momenti di condivisione che creano rapporti umani e coinvolgono tutti i sensi.

A chiudere non sono mancati momenti di scambio fra i presenti, ma tutti con un comune denominatore: c’è bisogno urgente, perché quella dei DCA sta diventando un’urgenza sociale soprattutto – ma non solo – fra i giovani, di superare i pregiudizi, la disinformazione, la stigmatizzazione, e fondamentale per raggiungere obiettivi risolutivi auspicare che vi sia sempre maggiore collaborazione tra le persone che soffrono di DCA, famiglie, scuola, istituzioni, media, strutture socio-sanitarie, affinché si possano seguire strade parallele verso un unico fine: quello di mettere al centro le persone, farle sentire accolte, farle sentire a casa, senza discriminazioni e pregiudizi.

Non potevano mancare i ringraziamenti del Presidente del Consiglio dei Giovani di Cave Alessia Mosetti: ”il nostro ringraziamento oggi va a tutti i relatori che hanno condiviso le loro conoscenze e le loro esperienze con tutti i presenti, un onore e un privilegio.Un grazie alle persone che si sono messe a nudo, e non era cosa facile … Voglio inoltre esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento. Senza di voi, non avremmo potuto rendere tutto ciò possibile.Grazie all’amministrazione comunale, al Circolo Culturale Simeoni e a Matteo Pellegrini, a Davide e Chiara del Cantinone-Osteria Diffusa, a Caffè Corretto, a Sara Verrecchia, all’Associazione Animenta, a Fondazione Cotarella, a Silvia Macaluso, a tutti coloro che hanno voluto condividere con noi le loro testimonianze dirette: Alessio e Chiara, e poi Elia con la sua bellissima poesia e al Dottor Yari Rossi e all’associazione “Ma nte Movie” per il supporto tecnico.

A tutti i ragazzi e le ragazze del Consiglio Comunale dei Giovani, a Chiara e Claudia, grazie per avermi aiutato in maniera attiva per la realizzazione di questo evento. E infine, ma non ultimi, grazie a chi, senza cercare riconoscimenti o visibilità, ha offerto un prezioso supporto per rendere possibile la realizzazione di questo evento, la vostra generosità e sopratutto la vostra fiducia, hanno fatto la differenza.Non posso esprimere abbastanza la mia gratitudine per il vostro sostegno. Siete stati veri sostenitori silenziosi, ma il vostro impatto è stato assolutamente notevole”.

E come ogni fiaba a lieto fine che si rispetti però, in attesa di prossimi sequel di momenti di incontro come questo, va rilevato però, che ci si sarebbe augurati la partecipazione di rappresentanti delle scuole superiori, delle associazioni sportive, dei medici del territorio e anche delle istituzioni ecclesiastiche, che seppur invitate non sono intervenute, ma che invece per il grande bacino di utenza giovanile che rappresentano, si spera, in futuro, si sentano maggiormente coinvolti in un percorso che auspica il lieto fine per chi è affetto da questi disturbi, ma che per farlo ha bisogno dell’aiuto e del supporto di tutti.

MPR e CC