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Ritanna Armeni conduce il lettore nella storia, accompagnandolo alla scoperta di un periodo che ha sconvolto ogni schema e convinzione.

Siamo alla fine degli anni ’60, periodo di contestazioni studentesche e stravolgimenti sociali.

Rosa arriva a Roma dalla provincia per inseguire il suo desiderio di studiare e laurearsi. Lei di rivoluzione non sa nulla, ma quelli sono gli anni della battaglia di Valle Giulia, delle contestazioni degli operai, della presa d’assalto allo stabilimento Mirafiori. Rosa sta per conoscere un’altra realtà: quella delle donne operaie.

Nella grande città la protagonista del libro scopre la libertà che deriva dall’anonimato e dalla mancanza di controllo della famiglia, trova e sente l’entusiasmo di chi vuole cambiare il mondo. Ma all’interno del movimento studentesco a cui aderisce, un gruppo di donne sta per rivelare le contraddizioni malcelate dietro al grido di “parità”.

Nel suo percorso di maturità, fondamentale è l’incontro con un’altra Rosa: filosofa, economista, giornalista, socialista rivoluzionaria, Rosa Luxemburg fu una delle maggiori teoriche del marxismo consiliarista in Germania. Le due donne sono legate da un rapporto complicato e contraddittorio, in cui l’intesa instaurata è minacciata da continue incomprensioni. Decisa, combattente, sferzante, ma anche romantica, utopica, intensa. Come è possibile che una rivoluzionaria permetta che le sue azioni siano influenzate dai sentimenti? Nel cercare una risposta a questa domanda, Rosa fa i conti con se stessa e con un dolore che deve affrontare.

Ritanna Armeni racconta i luoghi di ricerca di libertà e di espressione, a partire dal desiderio di uscire dai condizionamenti che nel tempo si sono sedimentati nelle relazioni sociali. “Per strada è la felicità” ha molto da offrire alla riflessione di tutti, facendo emergere il carattere associativo della vicenda narrata di cui sono protagoniste le donne. Il gruppo di autocoscienza, che si confronta partendo dalle proprie vite, ha rappresentato la nascita e la costruzione di nuovi spazi di relazione tra donne, così come nuovi rapporti tra corpo, parola e leggi. In un racconto di un passato così ricco di riflessioni sociali e politiche, il finale del libro non coincide con una fine, ma con una promessa ancora da adempiere.